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AOTR: criticità e opportunità per la coltura del pesco

season II
AOTR: criticità e opportunità per la coltura del pesco
2025-07-29
ASCENZA on the Road

Ascenza On The Road fa tappa in Romagna, intervistando tecnici e attori della filiera per comprendere il presente e il futuro della peschicoltura professionale

La coltura del pesco è da sempre uno dei fiori all’occhiello della frutticoltura italiana, confermandosi fra i simboli dell’alimentazione estiva fresca e salutare. A partire dai primi anni del Terzo Millennio, però, le superfici italiane coltivate a pesco e nettarine sono calate in modo significativo.

Stando a Istat, infatti, nel 2002 erano 73.000 gli ettari coltivati a pesco/nettarine in Italia e di questi circa 27.000 erano in Emilia-Romagna (37%), prima Regione in assoluto con quasi il triplo degli ettari coltivati rispetto alla seconda classificata, ossia la Campania. Sempre la Romagna si classificava prima anche per l’albicocco, con 4.500 ettari su 15.600 (29%).

Nel 2017 gli ettari nazionali coltivati a pesco/nettarine erano però scesi a poco più di 54.000 (-19.000 ettari; -26%), di cui 12.000 in Emilia Romagna. Regione che da sola pativa di questo calo in ragione di circa 15.000 ettari su 19.000. Una perdita, quella per pesco e nettarine, compensata solo parzialmente dalla crescita delle superfici ad albicocco, con 6.000 ettari su 19.000 coltivati in Italia (31%).

Infine, nel 2024 le pesche erano rimaste circa invariate a livello nazionale, contabilizzandosi 37.000 ettari a pesco e 17.000 a nettarine per un totale fermo a 54.000. In sette anni erano però calate le superfici ad albicocco, scese a 17.600 (-7,3%).

Molteplici i motivi di questi cali, sia di tipo ambientale/climatico, sia collegabili alle crescenti difficoltà nei programmi di difesa, andatisi progressivamente impoverendo nel ventennio considerato. Ascenza ha quindi cercato di inquadrare i problemi della peschicoltura romagnola intervistando alcuni importanti tecnici e attori della filiera, al fine di sviscerare le criticità e le richieste del comparto peschicolo emiliano-romagnolo.

 

AOTR: quarta tappa, destinazione Romagna

Dopo aver raccontato il Mondo Mela in occasione di Interpoma. Ascenza On The Road si è spostata in Sicilia per le puntate sull’arancio e sull’avocado. La quarta puntata è stata invece incentrata sulla peschicoltura romagnola, intervistando Gilberto Ballardini, Mattia Onofri e Roberto Buggiani.

Il primo è tecnico di Agrintesa, cooperativa agricola nata oltre 50 anni fa e che opera nel settore frutticolo e del vino, contando oggi circa 4.000 associati. Mattia Onofri è invece responsabile ortofrutta presso Conserve Italia, consorzio cooperativo che si colloca fra i principali gruppi in Europa nei settori della conservazione e commercializzazione di frutta e vegetali. Infine Roberto Buggiani, fitopatologo che opera in seno ai Servizi fitosanitari della Regione Emilia-Romagna.

Una visione a 360°, quindi, partendo dai problemi fitosanitari del pesco, approdando a quelli commerciali dopo aver attraversato le dinamiche del conferimento e della trasformazione del prodotto fresco.

Purtroppo, ai problemi di più ampio respiro che hanno afflitto la peschicoltura romagnola si sono sommati anche quelli metereologici, avendo subito la Romagna quattro gravi episodi alluvionali in poco più di due anni. Episodi la cui testimonianza visiva è ancora oggi tangibile in diverse località colpite. Oltre ai danni a cose e persone, anche i terreni oggetto di sommersione hanno patito della deposizione di limo che ne ha profondamente alterato la coltivabilità, richiedendo costosi interventi di recupero. Ferite, quelle subite dall’agricoltura regionale, che richiederanno ancora molti anni per essere risarcite.

 

Agrintesa: la cooperazione intelligente

Gilberto Ballardini, di Agrintesa, ha fornito una panoramica della cooperativa, la quale vede conferire solo di nettarine circa 60.000 tonnellate annue, seguite dalle 16.000 del pesco. Fra le difficoltà nel reperimento del prodotto ve ne sono alcune fisiologiche, come per esempio le alternanze di carica che caratterizzano alcune varietà come Red Haven e Blu Haven, da avviare a lavorazione industriale, mentre qualche altra varietà ha patito di gelate tardive riportando perdite di prodotto fino a punte del 60% rispetto alla produzione normale.

Anche per le albicocche – e per i medesimi motivi – manca prodotto da fresco e da industria. Le frequenti piogge in fioritura hanno ulteriormente contribuito a tale risultato negativo. Preoccupa inoltre la diminuzione di aziende agricole che coltivino pesche e nettarine, vuoi per i summenzionati rovesci metereologici, vuoi per le crescenti difficoltà nel difendere le colture a causa della drastica riduzione dei mezzi tecnici disponibili. Infine, a completare il quadro delle difficoltà che affliggono il comparto vanno segnalate una burocrazia eccessiva e la cronica mancanza di manodopera. Per tali ragioni molte aziende agricole chiudono oppure modificano l’orientamento colturale.

Come speranza per il futuro, ricorda Ballardini, vi è la ricerca che si sta adoperando per selezionare nuove varietà sempre più gradite dal mercato, sia per il consumo fresco, sia per la trasformazione.

 

La posizione dei trasformatori

La peschicoltura trova nella trasformazione industriale un significativo sbocco commerciale. In tal senso Mattia Onofri di Conserve Italia ha analizzato gli attuali scenari peschicoli, enfatizzando le sinergie virtuose che si sono realizzate sia con Agrintesa, sia con i servizi fitosanitari emiliano-romagnoli.

Le patologie stanno giocando infatti un ruolo sempre più importante nel calo della disponibilità di prodotto. Per esempio, degli 800 ettari di alcuni anni fa ne sono rimasti circa 630 a causa di alcune avversità fra le quali spicca il Fusicocco. Dopo l’ultima deroga ottenuta per tiofanate metile, nel 2019, si è infatti assistito a un lento il declino, soprattutto considerando che i contratti di conferimento vengono programmati a 12 anni. Un’ottica di

lungo periodo, questa, che patisce maggiormente della difficoltà nel reperimento del prodotto.

Guardando al futuro, fra i progetti di spicco di Conserve Italia rientra Agrometeo, uno strumento di supporto alle decisioni messo al servizio di tecnici e agricoltori per ricevere alert puntuali circa l’evoluzione di patogeni e parassiti. Ciò aiuta i produttori a posizionare correttamente i trattamenti, pur restando le criticità legate alla rarefazione di soluzioni disponibili.

 

Avversità e contromisure tecniche

A dare conferma di ciò ha concorso anche Riccardo Buggiani, il quale ha testimoniato il perdurare delle infestazioni di Cimice asiatica, come pure di frequenti recrudescenze di Monilia e di cancri rameali, questi ultimi da fronteggiare anche in primavera e non solo più in autunno.

La Regione sta continuando a lavorare sulla sperimentazione di campo in cui rientrino anche sostanze a basso impatto da utilizzarsi a integrazione dei programmi fitosanitari. Forte l’impegno anche sul fronte dei modelli previsionali.

Circa infatti gli aspetti ambientali, va detto come le temperature più alte di fine inverno e le piovosità elevate in primavera siano figlie dei cambiamenti climatici in atto, i quali stanno complicando i piani di difesa anche perché i patogeni stessi hanno modificato i propri cicli per le medesime ragioni.

Purtroppo, lamenta Buggiani, il Regolamento europeo per la revisione delle sostanze attive sta seguendo senza sosta il proprio iter e quindi una regione come l’Emilia-Romagna non può fare altro che adeguarsi, ma v’è da dire che queste normative stanno scoraggiando il processo di autorizzazione di nuove soluzioni fitosanitarie.

 

MacFrut 2025: Ascenza e le biosoluzioni per il pesco

Forte di una gamma ampia e completa di biosoluzioni, in occasione di MacFrut 2025 Ascenza ha partecipato al “Biosolutions International Congress”, evento che ha posto il proprio focus sulla peschicoltura di qualità.

Presso l’Expo Centre di Rimini, è stato quindi possibile condividere con la platea la visione di Ascenza sul futuro della frutticoltura italiana, offrendo ai produttori soluzioni ecosostenibili atte a integrare profittevolmente i programmi di difesa delle colture.

La Linea Blexia® mette infatti al servizio degli agricoltori numerosi strumenti tecnici per il biocontrollo, a partire da Prev-am® Plus (olio essenziale di arancio dolce), Valesco® (estratto di ortica), Equiset® (estratto di equiseto), Prevatect® (chirosano), Carpet® (idrogeno carbonato di sodio).

Il loro inserimento nei programmi di difesa consente di amplificare il grado finale di efficacia dei programmi stessi, fornendo al contempo meccanismi di azione alternativi e complementari rispetto agli agrofarmaci più comunemente impiegati.

 

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