Tappa marchigiana per Ascenza On The Road, alla scoperta di interessanti novità che potrebbero aumentare la sostenibilità delle pratiche di difesa fitosanitaria dei vigneti, grazie all’adozione di nuove soluzioni di origine naturale.
Le Marche si sono qualificate ospiti ideali del Tour di Ascenza, dal momento che si posizionano fra le regioni più significative d’Italia con circa 17mila ettari vitati, di cui l’85% degli ettari coltivati si trova in collina, offrendo quindi un’estrema variabilità nell’offerta di vini di qualità, con cinque DOCG e 15 DOC.
Il chitosano è la sostanza di base che si pone come nuovo mezzo di difesa a disposizione degli agricoltori in vista della progressiva riduzione delle molecole di sintesi. Polisaccaride ricavato dai carapaci dei crostacei acquatici come gamberi e granchi, il chitosano si colloca a pieno titolo fra gli esempi virtuosi di economia circolare, poiché deriva da uno scarto di lavorazione dei mercati ittici.
Caratterizzato da elevata solubilità e praticità di impiego, il chitosano di Ascenza Italia, distribuito con il nome commerciale di Prevatect, è parte della linea Blexia, composta da soluzioni naturali per la bioProtezione delle colture. Grazie alla qualità formulativa, Prevatect mostra un ottimo grado di miscibilità con diversi prodotti fitosanitari, a partire da quelli a base di rame. Un plus tecnico, questo, che lo differenzia significativamente da altri formulati di chitosano attualmente in commercio.
Molteplici i vantaggi derivanti dal suo uso a protezione delle colture, a partire dalla formazione di un sottile film protettivo sulle superfici vegetali trattate, fatto che ostacola l’attecchimento dei patogeni sulle piante. Inoltre agisce in veste di elicitore naturale, stimolando cioè i meccanismi naturali di difesa della pianta nei confronti dei patogeni. Ciò è dovuto al fatto che la chitina presente nel prodotto viene interpretata dalla coltura come un attacco di funghi patogeni, anch’essi a base di chitina. In tal modo, le cellule delle piante hanno il tempo di produrre ed emettere un insieme di sostanze endogene, come fitoalessine, lignina e callosio, atte a ostacolare l’avanzata delle ife fungine all’interno dei tessuti. Utilizzato in forma preventiva Prevatect rafforza quindi la capacità delle colture di opporsi alle infezioni.
Ammesso nei disciplinari di agricoltura biologica, Prevatect va impiegato tramite applicazioni fogliari a basso volume a dosi comprese tra un litro e quattro litri per ettaro in funzione delle colture. Fra i target attualmente previsti dal prodotto ricadono gli agenti della botrite della vite, delle colture orticole e di quelle ornamentali. Sono inoltre in fase di studio numerose prove per valutare il fit di Prevatect nei programmi antiperonosporici della vite in veste di integrazione dei trattamenti fitosanitari, inclusi quelli rameici.
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