La difesa razionale del vigneto dalla peronospora implica un'attenta programmazione dei trattamenti, non solo in termini di intervalli e tempistiche degli interventi fitosanitari, bensì anche nella scelta delle soluzioni fitosanitarie stesse in funzione delle diverse fasi della coltura e del patogeno.
Diverso infatti è trattare nei momenti in cui la vegetazione si sta moltiplicando velocemente, un altro è proteggere al meglio soprattutto i grappoli. Infine, l'approccio cambia ancora nelle fasi finali del ciclo, grazie anche alle condizioni termiche e pluviometriche meno predisponenti alle infezioni della peronospora. Ma non basta: nella stesura dei programmi di difesa vanno considerati anche tre differenti aspetti tutt'altro che secondari, ovvero la prevenzione dei fenomeni di resistenza, il profilo residuale alla vendemmia, nonché la possibilità di controllare più patogeni con i medesimi trattamenti.
In tal senso si presta al meglio folpet, sostanza attiva ad azione multisito e multispettro, aspetto che lo candida al ruolo di protagonista nelle strategie anti-resistenza, come pure nel controllo di più patogeni nei momenti più delicati della coltura, cioè quelli a ridosso e a cavallo della fioritura. Oltre alla peronospora, suo target d'elezione, folpet concorre infatti a contenere anche la botrite, apportando interessanti effetti collaterali su oidio e black rot, come pure su carie bianca, eutipiosi ed escoriosi.
Dal punto di vista tecnico, folpet spicca quale soluzione preventiva di copertura. Forte infatti la sua resistenza al dilavamento grazie alla tenace aderenza alle cere vegetali, permettendo in tal modo di sbarrare la strada ai patogeni prima ancora che cadano le piogge infettanti. Tale ruolo di copertura è divenuto ancor più strategico in considerazione della revoca di mancozeb, che in futuro aprirà sensibili falle nella difesa fitosanitaria della vite. Falle che, appunto, folpet è in grado di chiudere in modo eccellente. Proprio per le caratteristiche di cui sopra, la sostanza attiva può essere infatti impiegata da sola, in alternanza con prodotti ad azione differente, oppure in miscela con esse. A conferma, Folpet si rivela partner ideale per diverse sostanze attive sistemiche o ad azione citotropica/translaminare.
Il suo uso in vigneto assicura infatti non solo la massima efficacia contro la peronospora, bensì permette anche la composizione di razionali programmi anti-resistenza. Inoltre, consente di utilizzare più razionalmente i formulati rameici, collocandoli nelle fasi più tradizionali come quelle tardo-primaverili ed estive: un ulteriore punto a favore del rispetto dei limiti massimi per ettaro imposti dalle normative. Ciò concorre poi a ottimizzare anche il profilo residuale e la qualità dell'uva alla vendemmia.
ASCENZA Italia offre diverse soluzioni tecniche basate su folpet, a partire da Folpec 50 SC e Folpec 80 WG, in cui la sostanza attiva è presente a sé stante. Due proposte, queste, che sono perciò impiegabili da sole oppure per la composizione di miscele estemporanee con fungicidi a differente modo d'azione.
Alcune di tali combinazioni sono però già disponibili come miscele pronte nel catalogo della Casa portoghese. Per esempio Actlet F, in cui folpet è abbinato a metalaxil-m, a comportamento sistemico. In Actlet Evo, invece, a queste due sostanze attive è stato aggiunto anche cimoxanil, antiperonosporico citotropico e curativo. Oltre alla linea Actlet, però, Ascenza Italia propone anche la linea Almada, con Almada F e Almada Trio, in cui a cimoxanil subentra dimetomorf, anch'esso citotropico e translaminare, mentre in luogo di metalaxil-m come sistemico è stato posto fosetil allumunio.
L’uso alternato di queste soluzioni consente di coprire un’ampia finestra temporale, permettendo alla coltura di superare indenne le fasi più delicate, a partire proprio da quella a cavallo della fioritura.
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