Frutticole - Pomacee

Frutticole Pomacee

Parlando di Pomacee è immediata l'associazione al melo e al pero, per l'importanza che queste due colture rivestono in Italia. ASCENZA si prende cura delle produzioni frutticole con programmi tecnici in grado di garantire raccolti sani, sicuri ed accessibili a tutti

Frutticole
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Il valore delle produzioni frutticole
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Nell'Unione europea (UE), oltre 2,8 milioni di ettari sono stati destinati alla produzione di frutta.

La mela è il frutto più prodotto nell'UE in termini di quantità, con 12,5 milioni di tonnellate raccolte nel 2016 (quasi 25 kg per abitante dell'UE), con l'Italia seconda per produzione dopo la Polonia.

L'Italia è il primo Paese dell'UE per la produzione di pesche, seguita da Spagna e Grecia e terza per la produzione di ciliegie dopo Polonia e Spagna.

Gli agrumi, in particolare le arance, prosperano nel clima mediterraneo dell'Italia. L'Italia è nella top 10 mondiale della produzione di arance e il secondo produttore di agrumi nell'UE, dopo la Spagna. Nel 2018, la produzione di arance è stata di 1,622 milioni di tonnellate e la Sicilia è stata di gran lunga la regione che ha prodotto più arance, un modello che continua a ripetersi.

La gestione delle avversità nelle frutticole è la premessa per preservare e valorizzare le produzioni in mercati sempre più competitivi ed esigenti. ASCENZA vuole affiancare i produttori offrendo soluzioni innovative e supporto tecnico per promuovere una frutticoltura sostenibile e bilanciata

 

frutticole
Le infestanti nel frutteto
Sub-menu
La gestione Integrata del Frutteto
Inerbimento del frutteto

meleto

La gestione del tappeto erboso in frutticultura è una pratica imprescindibile per garantire la salute e la produttività del frutteto stesso.

Sono diverse le pratiche colturali che si stanno affermando in frutticoltura, in grado di rispondere alle esigenze di ottimizzazione dei costi e delle rese. Ogni pratica viene adottata in funzione del contesto pedo-climatico in cui si opera e tendenzialmente prevede spesso l’integrazione di diverse tecniche per raggiungere il risultato desiderato, come per esempio le lavorazioni meccaniche, il diserbo e l’inerbimento.

Per il controllo delle infestanti occorre orientare gli interventi conoscendo apriori la composizione floristica zonale ed una attenta valutazione della flora infestante effettivamente presente. La pratica del diserbo deve essere comunque inserita all’interno di una strategia di gestione di tipo integrato.

I nuovi orientamenti, infatti, prevedono generalmente degli interventi di diserbo localizzati sulla fila, combinata ad una gestione meccanica delle infestanti negli spazi degli interfilari oppure l’inerbimento.

pesco

Il diserbo sulla fila è una soluzione adottabile nella maggior parte dei frutteti risultando più pratica ed efficace. La flora infestante sebbene possa essere in qualche modo tollerata sulle file nel periodo autunno-vernino, può risultare dannosa tra la primavera e l’estate, creando intralcio alle operazioni colturali. Gli erbicidi oggi in commercio sono in grado di soddisfare le esigenze dei frutticoltori, a patto che vengano sempre utilizzati in modo corretto secondo le indicazioni riportate nell’etichetta ministeriale. L’efficacia nel tempo di un erbicida può essere compromessa da un non corretto uso, per tanto è sempre opportuno adottare delle strategie per mitigare il rischio di insorgenza delle resistenze:

  • Valutare la flora infestante effettivamente presente
  • Alternare le sostanze attive
  • Usare miscele contenenti agrofarmaci con diverso meccanismo di azione
  • Adottare prodotti in strategie preventive
  • Seguire le indicazioni riportate in etichetta
  • Integrare diverse pratiche agronomiche
  • Eseguire correttamente i trattamenti

Sostanze attive consigliate:

Flazasulfuron 

Hereu SC  High Top

Mohican 500 SC

 

Inerbimento del frutteto

L’inerbimento controllato del frutteto consiste nel mantenimento di un manto erboso sulla superficie del frutteto, dell’oliveto o del vigneto. La copertura vegetale può essere spontanea o seminata 

Quali sono i vantaggi dell'inerbimento?

  • proteggere il suolo dall’erosione salvaguardando struttura e sostanza organica
  • Contenere le perdite di azoto;
  • Contrasta lo sviluppo di erbe infestanti;
  • Salvaguarda la biodiversità in termini di microrganismi e insetti impollinatori

Nel caso dell'inerbimento controllato, le specie che si prestano meglio a questa pratica ci sono il trifoglio bianco (leguminosa), la festuca o il loietto inglese (graminacee). La semina può essere fatta a spaglio lanciando a mano delle piccole quantità di semi mentre si cammina nell’appezzamento.

 

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Le cover crops e la loro funzione nel frutteto
Parassiti e malattie delle Pomacee
Sub-menu
Ticchiolatura del melo
Psylla
Carpocapsa del melo
Afide Lanigero
Halyomorpha halys

La ticchiolatura del melo rappresenta una delle principali avversità del melo, che compie il suo ciclo alternando una forma sessuata (Venturia inaequalis) ed una asessuata (Spilocea pomi= Fusicladium dendriticum ). La prima si differenzia all'interno dei tessuti dell'ospite quando le condizioni ambientali diventano sfavorevoli e consente al patogeno di sopravvivere durante i mesi invernali. La fase asessuata compare in primavera e ad essa è legata la diffusione nell'ambiente del fungo.

I sintomi possono manifestarsi su tutti gli organi della pianta: foglie, frutti, fiori e rametti. Sulle foglie le prime infezioni sono visibili sulla pagina superiore in forma di macchie decolorare. Con il passare del tempo le lesioni diventano scure dai contorni definiti ed interessano anche la pagina inferiore. Generalmente le foglie infette sono destinate a cadere, lasciando spoglio l’albero.

Sui frutti, i sintomi possono comparire in qualunque stadio di sviluppo, inizialmente sotto forma di macchie puntiformi brune che tendono ad accrescersi mantenendo una forma tondeggiante dall’aspetto vellutato in superficie. Attacchi precoci provocano malformazioni, atrofia dei tessuti colpiti e vistose deturpazioni dell'epidermide con macchie dall'aspetto rugginoso e spaccature superficiali. In questi casi si ha generalmente una cascola precoce, mentre infezioni tardive possono essere anche difficilmente rilevabili al momento della raccolta, salvo poi manifestarsi durante la conservazione con lesioni che deprezzano sensibilmente il prodotto.

L'attacco sui fiori e sui rametti è in genere meno frequente: si manifesta sotto forma di lesioni brunastre a carico di petali, calice, peduncolo fiorale e, nel caso dei rami, dei tessuti ancora allo stato erbaceo.

La malattia generalmente è favorita dalla localizzazione del meleto in zone umide, eccessiva vigoria e presenza di impianti fitti.

Come gestire la problematica della Ticchiolatura?

La difesa generalmente è basata sul controllo delle infezioni primarie, causate generalmente dalle spore prodotte del fungo, presente sulle foglie colpite nell’anno precedente, che tendono a liberarsi in concomitanza di piogge o forti bagnature. L’attento monitoraggio delle condizioni metereologiche risulta un’ottima strategia di difesa preventiva. Altro aspetto fondamentale da considerare è la crescita vegetativa, in quanto le foglie giovani, appena distesa, sono più sensibili all’attacco del fungo.

Generalmente in caso di difesa basata su agrofarmaci, è orientata per l’applicazione di prodotti preventivi o di copertura, in previsione di piogge tenendo conto dello sviluppo vegetativo e quindi assicurando una adeguata copertura della vegetazione nuova o quando si ritiene che il prodotto sia stato dilavato. Bisogna sempre tener presente che i prodotti adottati devono essere impiegati in un’ottica di strategia anti-resistenza e del contenuto di residui, tenuto conto della destinazione del prodotto finale in base alle richieste del mercato.

I trattamenti prendono avvio alla ripresa vegetativa del melo nella fase fenologica di "punte verdi" e, se nel frutteto non vengono rilevati sintomi della malattia, si interrompono dopo la fase di "frutto noce", quando i frutti non sono più suscettibili alle infezioni primarie.

Sostanze attive consigliate: 
 

Tetraconazolo      Cyprodinil    Penconazolo     Olio essenziale di arancio

Captano   Difeconazolo + Kresoxym metil   Solfato di rame tribasico

Oggi in commercio, sono disponibili le sostanze di base, prodotti di origine naturale nate in un ottica di economia circolare, che rispondono ai nuovi requisiti della grande distribuzione in un ottica di prodotto a basso tenore di residui. Questi prodotti, già autorizzati a livello europeo per uso alimentare, sono stati registrati anche in virtù della loro attività fitoiatrica che si sposa in un ottica di strategia di difesa integrata o biologica

Sostanze di base consigliate

Estratto di equiseto    Bicarbonato di Sodio

 

frutticole

 

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Psylla

La Cacopsylla pyri è un fitofago appartenente all’Ordine dei Rincoti. Vive esclusivamente sul pero e i suoi stadi giovanili si sviluppano a spese di foglie, germogli, fiori e frutticini appena allegati e già sviluppati.

Oltre ad essere vettore della fitoplasmosi “Pear Decline” (Deperimento del pero), può arrecare danni indiretti alla frutta a causa della produzione di melata. Infatti la melata provoca ustioni fogliari, imbratta la vegetazione e i frutti consentendo lo sviluppo della fumaggine che oltre ostacolare il regolare svolgimento dell’attività fisiologica della pianta deturpa la produzione causandone un forte scadimento commerciale e può ostacolare l’azione di insetticidi.

L’attività trofica della Psilla provoca ad un arresto nello sviluppo e deformazione degli organi colpiti. Forti infestazioni possono causare la caduta prematura di foglie, fiori e frutti, compromettendo il raccolto sia in termini quantitativi che qualitativi.

Come si controlla la Psilla del pero?

In generale il controllo naturale in campo è assicurato da una serie di insetti utili in grado di mantenere il livello della popolazione al di sotto delle soglie di intervento. Anthocoris nemoralis, è un insetto appartenente all’Ordine dei Rincoti, è rappresenta il principale predatore della psilla del pero, oltre che di acari, tripidi, uova e giovani larve di lepidotteri e cicaline. In un'ottica di controllo integrato è importante  adottare tecniche volte a favorire la biodiversità e preservare l'attività di questo ausiliare. 

La difesa chimica contro la psilla punta generalmente al controllo degli individui della seconda generazione. Agli agrofarmaci tradizionali  (Deltametrina e Abamectina) adesso si affianca l'impiego di prodotti di origine naturale come l'olio essenziale di arancio.

 

 

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Carpocapsa 

La Cydia pomonella, nota come carpocapsa, è un insetto diffuso in gran parte del mondo, e si sviluppa a spese delle piante da frutto, in particolare su melo e pero che rappresentano gli ospiti principali. Può comunque attaccare anche altre specie quali cotogno, sorbo, nespolo, noce, kaki e più raramente albicocco, susino e pesco.

L'insetto presenta due o tre generazioni all'anno, a seconda delle condizioni climatiche della regione. Le larve di C. pomonella entrano attraverso un qualsiasi punto dell’epicarpo e poco dopo la penetrazione, in corrispondenza del foro si forma un grumo di rosura ed escrementi che consente la rapida individuazione dell’attacco.

Se non controllati tempestivamente, i danni causati dal fitofago possono provocare gravi lesioni ai frutti, che una volta danneggiati, finiscono per cadere al suolo, causando perdite che possono oscillare dal 30 all’80% della produzione.

Come controllare la Carpocapsa 

Il ricorso al controllo chimico, oggi è subordinato al monitoraggio della popolazione con feromoni sessuali al fine di determinare il superamento della soglia di intervento, o qualora fosse disponibile le indicazioni dei bollettini provinciali redatti sulla base di elaborazioni di modelli previsionali dedicati.

E' sempre consigliabile rispettare le indicazioni riportate nei Disciplinari di Difesa Integrata della propria regione.

 

Agrofarmaci consigliati

Bacillus thuringiensis var. kurstaki

Sostanze di base consigliate

Estratto di ortica

frutticole

 

Afidi delle Pomacee

Afide Lanigero

Afide grigio (Dysaphis plantaginea), Afide verde (Aphis pomi) e Afide lanigero (Eriosoma lanigerum) sono delle specie il cui controllo è determinante per assicurare  un raccolto, considerato che l'attività trofica di questi fitofagi generalmente provoca accartocciamenti dei germogli, produzione di melata e diffusione di virus.

In questi ultimi anni l'afide lanigero ha preso forza tra i meleti condotti sia in agricoltura integrata che biologica, causa da attribuire probabilmente da un lato all'uscita dal mercato di insetticidi di comprovata efficacia, dall'altro all'interferenza di alcune sostanze attive sull'attività sui parassitoidi naturali (Aphelinus mali) . 

Sostanze di base consigliate

Estratto di ortica 

 

Halyomorpha halys

La cimice marmorizzata (BMSB), conosciuta anche come cimice asitaticaHalyomorpha halys, è un insetto alieno. È originaria dell'Asia orientale, ma ha esteso il suo areale globale in Europa e in altri luoghi del mondo, diventando una specie invasiva con un impatto globale. La lista delle sue piante ospiti conta oltre 200 specie diffuse nel mondo intero, tra i quali molti fruttiferi come melo, pero, ciliegio, susino, albicocco e pesco, nonché piccoli frutti, il nocciolo e la vite. Il che rende la gestione di questo parassita particolarmente impegnativa. Nel Nord Italia è ormai considerato uno dei principali parassiti delle piante da frutto.

La cimice asiatica attacca le piante ospiti preferibilmente durante la fioritura e la maturazione dei frutti. Nel corso della stagione, gli adulti inoltre essendo caratterizzati da una spiccata mobilità, si spostano spesso da una pianta all'altra. I frutti danneggiati sono difficili, quando non impossibili, da commercializzare

Le uova della cimice marmorata sono di colore verde chiaro o azzurro. Le uova si trovano di solito sulla parte inferiore delle foglie delle piante ospiti. Quando l'embrione si sviluppa può diventare visibile attraverso l'uovo, con gli occhi che appaiono come due macchie rosse.

Le ninfe del primo stadio hanno il capo e il torace neri e l'addome rosso-arancio. Dopo il passaggio al secondo stadio, le ninfe perdono la maggior parte della loro colorazione rosso-arancio. Le ninfe del secondo stadio appaiono scure, con proiezioni spinose lungo il bordo laterale del torace. Le gemme alari iniziano a svilupparsi a ogni muta successiva. Gli stadi successivi presentano una colorazione di base nera o grigia, con spine evidenti lungo i margini omerali e bande bianche sulle zampe e sulle antenne.

Gli adulti della cimice marmorata sono più grandi di quelli della maggior parte delle specie autoctone di cimici. Il colore di base è una miscela di marrone, rosso scuro e nero sulla superficie dorsale, con una superficie ventrale beige o color crema punteggiata da segni verde metallico sul torace ventrale. Le caratteristiche principali per l'identificazione dell'adulto sono le bande bianche sulle antenne e sulle zampe, l'assenza di spine omerali e l'alternanza di bande scure e chiare sul margine dell'addome.

L’imprevedibilità degli spostamenti della cimice asiatica rende molto complicati gli interventi di difesa. È una specie dannosa praticamente in ogni suo stadio, sia nelle forme giovanili, che come adulto. Le femmine inoltre sono particolarmente longeve e prolifiche.

Il contenimento della cimice marmorata si basa principalmente sul monitoraggio: tramite la valutazione della densità della popolazione delle infestanti presenti in campo, consente di adottare interventi tempestivi, efficaci e mirati a contenere l’infestazione

Il controllo biologico oggi è basato sui lanci della vespa samurai (Trissolcus japonicus), in grado di parassitizzare le uova della cimice, senza evidenziare effetti negativi sulle specie no target

Trai mezzi di difesa passivi, si riscontra l’impiego di reti multifunzionali. Tra queste c'è l'uso di spray di confine, che sfruttano le maggiori densità di parassiti osservate sulle file di confine delle colture, soprattutto quando i confini sono adiacenti ad aree boschive.

Un controllo equivalente può essere ottenuto dirigendo le irrorazioni di pesticidi nelle aree in cui le popolazioni di parassiti sono più elevate e riducendo il numero di pesticidi utilizzati nelle aree in cui la densità di parassiti è minore. Il monitoraggio dei parassiti con i feromoni ha permesso di progettare esche che attirano la cimice marmorata in prossimità della posizione dell'esca. In combinazione con le trappole, le esche possono consentire ai coltivatori di determinare quando le popolazioni di cimici raggiungono livelli tali da giustificare l'applicazione di pesticidi.

 

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Soluzioni Difesa Frutticole

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